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Adolescenti a rischio di suicidio

L’adolescenza è una scoperta personale durante la quale ogni soggetto è impegnato in un’esperienza: quella di vivere; in un problema: quello di esistere. (Winnicott D.)

Questa importante fase di scoperta personale caratterizzata da svariati cambiamenti somatici e psichici, finalizzata ad individuare la propria identità, può essere causa di turbamenti. Tra essi ritroviamo l’angoscia di perdere durante la propria trasformazione l’unità del Sé; il timore di un ritorno ad un’impotenza infantile originaria; il rischio di una chiusura in se stessi per l’incapacità di affrontare le nuove e pressanti richieste dell’ambiente.

Oltre ad un periodo di grande angoscia, rappresenta una fase stimolante e creativa, perché apre a nuove esperienze, nuove possibilità. Alcune teorie considerano l’adolescenza come una fase difficile, ma creativa e positiva, altre la vedono come una fase pericolosa e drammatica del ciclo vitale che può comportare conseguenze pericolose come il rischio di suicidio.

In realtà l’adolescenza è caratterizzata da una probabile disarmonia più o meno temporanea, dovuta all’emergenza di pressioni biologiche, psicologiche e sociali che prima di raggiungere un nuovo equilibrio, si presentano e sono vissute come sospensione tra un passato inattuale e un futuro solo appena abbozzato. Rispetto alle variazioni dell’umore compare un angoscia non definita alla base del rischio suicidario.

Tale rischio è connesso con le angosce collegate alle trasformazioni sessuali-corporee e identitarie dell’adolescente.

In secondo luogo un altro fattore di rischio si ritrova nella difficile fase di separazione dalla madre: tanto più cercano di separarsene tanto più sono esposti al rischio di doversi sottomettere al suo dominio. La separazione è impossibile perché il bisogno di ricongiungersi con la madre buona è troppo forte. La separazione provoca un lutto in un adolescente già molto a rischio di scivolamenti depressivi.

Un terzo fattore di rischio è il contesto familiare adolescenziale. All’origine della sofferenza adolescenziale che può esitare nel tentato suicidio o suicidio c’è la presenza di un ostacolo insormontabile rappresentato da un “oggetto esterno”, come la società e la famiglia, la scuola, i coetanei e le persone care che portano il giovane al tentato suicidio che rappresenta una speranza di essere capace di fare qualcosa di attivo, definitivo, coraggioso per risolvere un problema.

Spesso la causa scatenante è data da eventi scolastici vissuti dai ragazzi come mortificanti e intollerabili, un problema familiare (morte di un genitore o divorzio), una delusione amorosa o insuccesso. Genitori e persone care dovrebbero fornire i modelli di ruolo dell’adulto ed aiutare l’individuazione della propria personalità, garantendo al figlio aiuto, dialogo e comprensione.

Altri fattori predisponenti al suicidio: vi sono l’abuso di alcool e di droghe, il parlare di morte, di suicidio o farsi del male; la presenza di panico o d’ansia cronica; una insonnia costante; cambiamenti nelle abitudini di sonno e/o alimentari; recenti e ripetuti fallimenti scolastici e/o lavorativi; la perdita di oggetti particolarmente cari.

Qualora doveste accorgervi di un disagio importante, non esitate a contattare uno psicoterapeuta per aiutare vostro figlio ad affrontare queste problematiche: un disagio, una sofferenza, uno stato depressivo necessita di un intervento clinico per arrivare ad una rielaborazione emotiva-cognitiva e ad un superamento, evitando così conseguenze disastrose, come il suicidio adolescenziale.

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