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Quante dipendenze affettive esistono? A quale appartieni?

Esistono diverse tipologie di dipendenza affettiva che vengono confuse da chi le vive come amore.

Una prima forma viene definita Passivo-Dipendente

Si tratta di persone che hanno la sensazione di non farcela da soli davanti alle difficoltà e che cercano nel partner una forma di salvezza. L’idea è che da soli non ci se la fa, con il conseguente terrore di perdere l’altro e la relazione. Il dipendente delega tutta la propria felicità al partner, e a lui chiede di restare nella diade per sempre.
Vive una costante svalutazione di sé e idealizzazione del partner, verso cui prova ammirazione unita ad invidia e competizione, che facilmente emergono con comportamenti passivo-aggressivi. La persona manifesta un passaggio tra la compiacenza dell’altro e forme passive di protesta, nell’aspettativa che l’altro si preoccupi di accudirlo e sostenerlo.

La seconda forma di dipendenza affettiva è la Codipendenza

Si ritrova nelle persone che tendono a legarsi a partner in piena necessità. La codipendenza si avvicina alla “sindrome della crocerossina”, nell’ottica del “grazie al mio amore un giorno guarirai”. Questo tipo di rapporto nasce da un legame caratterizzato esclusivamente dalla condizione di bisogno.
Il codipendente si dedica al partner tossicodipendente o al compagno alcolista con la sensazione di essere unico e speciale, nella consapevolezza che senza di lui/lei, il partner non potrebbe farcela da solo.
Spesso una relazione con una persona in stato di necessità può dare l’illusione di essere una relazione che durerà per sempre: se l’altro ha bisogno di me, non può lasciarmi. Per questo, può accadere che sia proprio il partner codipendente a sabotare più o meno esplicitamente i percorsi di cura del compagno in difficoltà, sulla base del fatto che mantenendo lo stato di necessità riuscirà a mantenere anche la loro relazione.

La terza forma è quella Aggressivo-Dipendente

Porta la componente maltrattante e violenta della dipendenza affettiva: questa persona vede il partner come figura su cui scaricare il fardello di rancore e frustrazione che può portare con sé da sempre o può aver acquisito in precedenti relazioni fallimentari, per una sorta di inversione di ruoli da vittima a carnefice.
L’altra faccia della medaglia di questa continua aggressività è una sottostante svalutazione di se stessi, fatta di senso di colpa e autoaccusa, e appoggiata su un’idea negativa di sé.
Si tratta di coppie che costruiscono la loro stabilità nella continua svalutazione dell’altro e nelle continue angherie, che si configurano come l’unico modo che i partner hanno di stare in relazione. Si ha una visione di sé come immeritevole di affetto e cattivo, e dell’altro come sbagliato.

La quarta e ultima configurazione di dipendenza affettiva è quella del Contro-Dipendente.

Si tratta di persone che hanno risolto il proprio terrore dell’abbandono evitando ogni tipo di legame intimo e rendendosi affettivamente indisponibili. Sono persone che hanno imparato molto presto a fare a meno del caregiver, e hanno capito anche che prima si diventa autonomi prima ci si può sottrarre da un possibile rifiuto o abbandono dell’altro. A causa di una disconferma e di un non riconoscimento dei propri bisogni da parte dei genitori, questi bambini hanno imparato che doveva esserci qualcosa di sbagliato in loro, e per evitare la vergogna che deriva da questa consapevolezza hanno smesso di chiedere.

L’autonomia raggiunta è solo fittizia, visto che nessuno ha insegnato a questi bambini diventati adulti le competenze per poter fare da soli. Più che autonomi, si sentono in un equilibrio precario, che non metteranno a rischio esponendo la propria emotività alla possibilità di essere mortificata o rifiutata dall’altro. Dietro all’illusione di non avere bisogno di niente e di nessuno si nasconde in realtà una problematica di dipendenza che semplicemente non è mai stata elaborata e resta lì irrisolta, esponendo la persona a rischio di dipendenza da una gratificazione compulsiva alternativa, come può essere la dipendenza da sostanze o da comportamenti a rischio.

Come è possibile notare, spesso le persone vivono le relazioni o non le vivono convinti di essere “nel giusto”, in realtà sono imprigionati in una spirale di dipendenza che sarebbe bene affrontare, comprendere e superare per vivere serenamente la propria vita affettiva.

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