Nuove Dipendenze

  • Dipendenza affettiva
  • Dipendenza da lavoro
  • Dipendenza da Internet
  • Dipendenza da sesso
  • Gioco d’azzardo patologico
  • Shopping compulsivo
Dipendenza Affettiva

La dipendenza affettiva è un quadro psicopatologico in cui il “rapporto d’amore” è vissuto come condizione stessa della propria esistenza.

Gli individui affetti da dipendenza affettiva vedono nell’altro la fonte di ogni benessere e, pur di mantenere e non rischiare di perdere l’oggetto amato sono disposti a sacrificare qualsiasi bisogno o desiderio personale fino al punto di annullare il proprio Sé.

L’importanza attribuita all’oggetto d’amore spinge il dipendente affettivo a preservare il rapporto “sentimentale” a tutti costi fino ad assumere un atteggiamento di assoluta “dedizione” adoperandosi affinché i bisogni e i desideri dell’altro vengano soddisfatti. Questo atteggiamento è spiegato dal fatto che nella dipendenza affettiva la persona vive costantemente nel terrore di poter perdere la persona amata, evento considerato insopportabile e inconciliabile con il prosieguo della propria vita.

Si parla appunto di dipendenza affettiva (o dipendenza affettive) per sottolineare il fatto che, proprio come per le dipendenze da sostanze ( ad es., droga o alcol), il soggetto non può rinunciare, pena “la crisi d’astinenza”, all’oggetto amato ma anzi ,con il passare del tempo, richiede “dosi” di presenza o vicinanza sempre maggiori.

Vi è una grande differenza tra l’amore sano e la dipendenza affettiva: nell’amore sano il desiderio di fusione con l’altro, l’idealizzazione, il desiderio di stare continuamente con la persona amata, l’ansia di separazione, l’”ossessione” per l’altro, le manifestazioni somatiche (batticuore, rossore, eccitazione) sono normali nella prima fase, ovvero nell’innamoramento, e tendono con il tempo a ridursi d’intensità fino ad essere sostituiti da forme più “mature” e reciproche di manifestazioni affettive come il rispetto, la stima, il volere il bene dell’altro. Nell’amore sano i partner, citando Bowlby, assumono il ruolo di “base sicura” in cui entrambi, nella piena autonomia, possono rifornirsi di affetto e sicurezza.

Nella dipendenza affettiva questo percorso non viene completato tanto che l’individuo vive un perenne desiderio di fusione con l’altro; accanto a questo aspetto centrale si possono osservare altre caratteriste tipiche dell’amore dipendente:

  • è ossessivo. Il “dipendente affettivo” è ossessionato dall’idea del partner e dal timore che egli lo possa abbandonare. Il partner diventa il “chiodo fisso” fino al punto di non riuscire a pensare ad altro (può trascurare la quotidianità, il lavoro, i figli ecc..)
  • evita i rischi di cambiamento. L’individuo dipendente evita ad ogni costo il cambiamento poiché questo potrebbe mettere a rischio il “rapporto”, e considerando che il rischio è rappresentato dall’abbandono, rinuncia ad ogni interesse e crescita personale (spesso anche professionale) “sacrificandosi” per il bene dell’altro. La stagnazione del rapporto spesso sortisce gli effetti opposti di quelli sperati poiché l’amore per definizione è un processo dinamico che si nutre dei cambiamenti e della crescita personale.
  • manca di vera intimità. Lo stato di continua tensione, l’ansia di poter perdere il partner, il terrore dell’abbandono, la possessività, paradossalmente impediscono al dipendente affettivo di vivere uno stato di vera intimità e genuinità con l’altro.
  • é parassitario. Il dipendente affettivo, proprio come un parassita che vive grazie al “nutrimento” dell’organismo che lo ospita, si mette nella condizione di dipendere dell’altro per sentirsi vivo; egli rinuncia alle proprie aspettative, interessi e bisogni e fa propri i bisogni e i desideri dell’altro come se si dicesse “se muore (ovvero mi abbandona) l’organismo che mi ospita muoio anch’io”.
  • richiede l’assoluta devozione dell’amato. Al dipendente affettivo non basta pensare all’altro ma richiede continuamente, con il fine di rassicurarsi circa la stabilità del rapporto, continue prove d’amore. Questo atteggiamento con il tempo “stressa” il partner che, al fine di salvaguardare la propria autonomia, può “trascurare” gli infiniti bisogni di conferma del dipendente con il risultato che questi, non sentendosi rassicurato, aumenterà ancora di più le richieste di prove d’amore creando un circolo vizioso che si autoalimenta.
  • è manipolativo e iperpossessivo. Come naturale conseguenza il dipendente affettivo esaspera, al fine di ottenere il bisogno di sicurezza emotiva di cui necessità, gli atteggiamenti di possessività e controllo cercando di “ spiare” non solo i comportamenti ma anche i pensieri del partner. Anche la manipolazione diventa una strategia funzionale al bisogno di sicurezza (i ricatti affettivi possono essere frequenti come pure gesti auto lesivi o minacce di suicidio).
Dipendenza da Lavoro

Con Dipendenza da Lavoro si intende la tendenza a lavorare eccessivamente fino a stabilire una vera e propria dipendenza. E’ quindi comprensibile che il lavoro, oltre alla soddisfazione dei bisogni primari, abbia assunto anche una funzione di rinforzo secondario, ovvero di valore personale, che inevitabilmente si riflette sull’autostima e il senso di efficacia della persona.

Il soggetto dipendente è consapevole che il lavoro è l’unica attività che lo gratifica avendo già sperimentato i vissuti di vuoto, noia, sensi di colpa e inutilità che si manifestano non appena egli cerca di distaccarsi dal lavoro. Proprio come una vera droga il workaholic sperimenta gli stati di tolleranza e astinenza tipici delle dipendenze che lo portano ad aumentare progressivamente la dose di lavoro per raggiungere il “benessere” desiderato e a sperimentare uno stato di malessere, con manifestazioni sintomatologiche psicofisiche tipiche dell’astinenza, quando è impossibilitato a lavorare.

Il dipendente da lavoro si caratterizza per i seguenti aspetti:

  • eccessivo tempo dedicato al lavoro (il dipendente tende a lavorare o a pensare al lavoro anche in ferie, nei week-end e nel tempo libero, nei casi più gravi arriva a lavorare anche di nascosto);
  •  tendenza a trascurare le relazioni interpersonali (tranne quelle legate al lavoro), affetti e interessi;
  • stile di vita completamente incentrato sul lavoro;
  • incapacità a rilassarsi;

Le problematiche più significative possono riguardare:

  • problematiche psicologiche (stati ansiosi, tendenza al perfezionismo, senso di vuoto ed inutilità quando “staccano” dal lavoro, autostima legata alla quantità o al successo lavorativo, sensi di colpa, atteggiamento ossessessivo-compulsivo nei confronti del lavoro, disturbi del sonno ecc.)
  • problematiche fisiche (disturbi cardiocircolatori, emicrania, problemi gastrointestinali, dolori muscolari, malattie psicosomatiche, abuso di sostanze come alcol, nicotina,caffeina e stimolanti ecc.)
  • problematiche relazionali (isolamento, scarsa assertività, atteggiamento sprezzante nei confronti dei colleghi e delle persone che vanno in vacanza, coltivano hobby e interessi, vanno in pensione o godono del tempo libero, problematiche familiari legate al troppo lavoro ecc.)

Queste caratteristiche possono aiutare la non facile differenza tra il lavoratore passionale e il dipendente da lavoro; il lavoratore passionale, ovvero chi ha scelto il lavoro in base alle proprie passioni, anche se eccede nell’attività lavorativa è pero in grado di godere degli altri aspetti della vita, ovvero egli prova piacere nel coltivare hobby, relazioni sociali e interessi svincolati dall’attività lavorativa mentre il dipendente trova l’unica fonte di gratificazione nel lavoro, egli non lavora per vivere ma vive per lavorare.

INTERVENTO PSICOLOGICO

E’ di fondamentale importanza seguire un percorso di sostegno psicologico per poter uscire da questa dinamica disfunzionale che non consente al soggetto di vivere liberamente la propria vita, essendo schiavo del proprio lavoro.

Dipendenza da Internet

Le nuove tecnologie, quando vengono utilizzate nel modo appropriato, costituiscono indubbiamente una risorsa che consente di migliorare notevolmente la qualità della vita degli individui. Internet rappresenta probabilmente una della più grandi “rivoluzioni” degli ultimi anni per la capacità di stravolgere il modo di vivere delle persone; se si pensa al modo in cui la rete ha trasformato la modalità di comunicare, scambiare informazioni, partecipare in tempo reale ad eventi distanti migliaia di kilometri, alla facilità con cui è possibile reperire qualsiasi informazioni, e chiaro che il bilancio dell’esistenza di internet appare più che positivo.

Allo stesso modo va però precisato che l’uso mal adattivo di internet costituisce, specie laddove sono presenti fattori psicopatologici predisponenti, un reale rischio per la salute mentale dell’individuo. In particolare l’abuso e la successiva dipendenza da internet rappresentano le minacce più pericolose e probabili che spesso causano una seria compromissione della sfera sociale, psicologica, lavorativa, e affettiva dell’individuo.

L’area relazionale-affettiva, proprio per la “concorrenza” del mondo virtuale di internet, è quella a maggior rischio nelle condotte di abuso visto che le molte ore trascorse a “navigare” vengono inevitabilmente sottratte ai propri cari (partner, figli, genitori, amici ecc…) e investite in relazioni virtuali (si pensi alle chat o ai forum) in cui è possibile alterare la propria identità, il proprio status, la propria condizione economica o affettiva, con il reale rischio di perdere il contatto con la realtà. Nei casi più gravi di dipendenza da internet è possibile assistere a fenomeni di Depersonalizzazione e/o Derealizzazione.

La Dipendenza da Internet, come per qualsiasi altra dipendenza, produce notevoli ripercussioni negative in molti ambiti della vita dell’individuo :

  • ambito sociale e familiare. La Dipendenza da Internet ha effetti indubbiamente negativi, l’individuo viene completamente assorbito dalla realtà virtuale a discapito degli affetti familiari. L’uso smodato o la dipendenza dalle chat è uno dei fattori che maggiormente mettono in crisi le coppie e non di rado sono causa di separazioni o divorzi;
  • ambito lavorativo e scolastico. Anche gli impegni lavorativi e scolastici possono essere influenzati negativamente dalla dipendenza da internet; spesso le molte ore di navigazione riducono il fabbisogno di sonno con evidenti effetti negativi sulla vigilanza, l’attenzione e la capacità di concentrarsi;
  • ambito della salute. Indubbiamente le molte ore passate dinnanzi al computer non favoriscono uno stile di vita sano, spesso il Dipendente da Internet accusa mal di schiena, mal di testa, affaticamento degli occhi, disturbi del sonno, oltre alle normali problematiche causate dalla vita sedentaria;
  • ambito finanziario. La ripercussioni negative colpiscono anche l’aspetto finanziario se si considera il fatto che molti Dipendenti da Internet fanno scommesse online, utilizzano casinò virtuali, partecipano ad aste, fanno shopping online.

E’ comunque necessario ribadire che Internet di per se è uno strumento straordinario in grado di migliorare la qualità della vita, solo un uso mal adattivo associato a fattori predisponenti e a situazioni contingenti possono trasformarlo in un reale pericolo per la salute mentale e la vita degli individui.

Dipendenza dal Sesso

La Dipendenza sessuale assomiglia ad altre dipendenze come ad esempio quella da sostanze psicoattive.

Anch’essa infatti può purtroppo generare sintomi negativi come ad esempio astinenza (sia psicologica che fisica), assuefazione, craving (intenso desiderio del qualcosa dalla quale l’individuo dipende) etc; così come può apportare tutte le conseguenze negative sulla vita personale, interpersonale, sociale e lavorativa della persona.

Tali molteplici e vitali contesti vengono allora messi in disparte per dare sempre più spazio ai pensieri e ai comportamenti di tipo sessuale.

La maggior parte del tempo viene dunque speso nel ricercare in modo spasmodico e disperato e nell’assecondare impulsipensieri e comportamenti sessualmente connotati.

Il dipendente sessuale è continuamente tempestato da fantasie, pensieri ed impulsi a sfondo sessuale e alla continua ricerca di comportamenti sessuali e dunque di partner, di masturbazione, di sesso a pagamento, e, certe volte, di utilizzo di materiale pornografico e di parafilie (ad esempio voyeurismo, masochismo, feticismo, sadismo, esibizionismo, etc.)

La persona può sperimentare momenti di eccessi sessuali durante l’arco della vita, ma a differenza del dipendente sessuale riesce a controllarli ed essi stessi hanno un tempo delimitato.

Chi è afflitto da dipendenza sessuale non riesce più invece ad avere il controllo sui propri impulsi psico-fisici a carattere sessuale.

Chi è dipendente dal sesso spesso può mostrare sintomi e conseguenze come:

  • discontrollo sui pensieri e sui comportamenti sessuali;
  • continue fantasie sessuali (anche irreali);
  • elevati livelli di ansia;
  • depressione e/o altri disturbi dell’umore;
  • impulsività ed aggressività;
  • sadismomasochismo e/o feticismo;
  • senso di colpa, di vergogna e abbassamento dell’autostima;
  • utilizzo di materiale pornografico (anche fino alla Pornodipendenza);
  • meccanismi ossessivo-compulsivi;
  • disfunzioni sessuali: eiaculazione precoceimpotenzadisturbi del desiderio;
  • malattie veneree;
  • problemi del sonno;
  • problemi di concentrazione, attenzione e memoria;
  • forte dispendio economico (per tutto ciò che concerne il sesso);
  • seri problemi nei rapporti interpersonali (alcune volte con la loro perdita);
  • seri problemi nel lavoro (alcune volte con la sua perdita);
  • isolamento;

I sintomi non fanno altro che innescare e tener vivo un circolo sempre più stretto e senza fine nel quale ossessioni ed atti sessuali provocano stress, tensione, rabbia, colpa, ansia, le quali a loro volta generano altri impulsi e comportamenti di sessodipendenza.

Il dipendente sessuale nel vano tentativo di controllare la sua dipendenza può andare incontro a periodi contraddistinti da atteggiamenti e dinamiche interne diametralmente opposte, ovvero di astensione totale da tutto ciò che riguarda il sesso e la sessualità: in altre parole finisce per incappare in un altro disturbo definito “Anoressia Sessuale”.

Tali momenti di astinenza sono comunque nuovamente seguiti da ulteriori periodi di dipendenza, aumentando oltretutto l’entità generale della sintomatologia.

Alcune volte il dipendente sessuale mette a rischio la propria libertà, sicurezza ed incolumità, così come quella altrui, pur di perseguire la propria dipendenza dal sesso, totalmente annebbiato dal perseguire gli stimoli psico-fisici che ricerca continuamente in tutto ciò che è connotato sessualmente.

Talvolta addirittura, nei casi maggiormente gravi, egli infrange la legge, con il conseguente rischio di finire sotto processo e magari in carcere.

Gioco d’Azzardo Patologico

La caratteristica fondamentale del Gioco d’Azzardo Patologico è un comportamento persistente, ricorrente, e maladattivo di gioco d’azzardo che compromette le attività personali, familiari, o lavorative.

Il soggetto può essere totalmente assorbito dal gioco (per es., rivive esperienze di gioco passate, programma la prossima impresa di gioco, o pensa ai modi di procurarsi denaro con cui giocare).

La maggior parte di soggetti affetti da Gioco d’Azzardo Patologico afferma di ricercare l’avventura (uno stato di eccitazione e di euforia) o eccitamento ancora più dei soldi. Possono essere necessarie scommesse e puntate progressivamente più ingenti, o rischi maggiori, per continuare a produrre il livello di eccitazione desiderato.

I soggetti con Gioco d’Azzardo Patologico spesso continuano a giocare nonostante i ripetuti sforzi per controllare, ridurre, o interrompere il comportamento. Vi può essere irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o di interrompere il gioco d’azzardo.

Il soggetto può giocare per risolvere i propri problemi o per alleviare un umore disforico (per es., sentimenti di impotenza, di colpa, di ansia, di depressione). Può svilupparsi una modalità di rincorsa al ripristino delle proprie perdite, con un bisogno impellente di restar sempre nel gioco per annullare una perdita o una serie di perdite.

Sebbene tutti i giocatori d’azzardo abbiano la tendenza a rincorrere la perdita per brevi periodi, è la ricerca spasmodica di recupero a lungo termine che è più caratteristica dei soggetti con Gioco d’Azzardo Patologico.

Il soggetto può mentire ai familiari, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo.

Quando le possibilità di ottenere prestiti sono esaurite, il soggetto può ricorrere a comportamenti antisociali per ottenere denaro.

Il soggetto può aver messo a repentaglio o aver perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o lavorative a causa del gioco.

Shopping Compulsivo

Lo Shopping Compulsivo è contraddistinto dalla tendenza incontrollabile all’acquisto, generalmente la persona che ne è affetta sperimenta uno stato di forte tensione che può essere lenita solo cedendo all’impulso di comprare.

Tale tendenza all’acquisto compulsivo ha delle ripercussioni negative che possono compromettere, più o meno seriamente, i diversi ambiti della vita della persona come quello finanziario, psicologico, lavorativo, relazionale.

Lo Shopping Compulsivo come entità clinica ha una storia quasi centenaria visto che già nel 1915 Kraepelin ne aveva descritto le caratteristiche fondamentali sotto il nome di “mania di comprare”. Attualmente la Dipendenza da Acquisti non è inclusa, almeno come entità nosografica autonoma, nei manuali diagnostici dei disturbi mentali ufficiali (come ad esempio il DSM IV) anche se, alcuni studiosi americani, in particolare il Dr Lorrin Koran, della Stanford University, ha elencato i possibili criteri per poter “diagnosticare” la dipendenza da Shopping Compulsivo:

  • Il denaro speso per gli acquisti è superiore alle proprie possibilità economiche;
  • Gli acquisti sono frequenti all’interno di una stessa settimana;
  • Gli acquisti effettuati sono fuori da ogni logica motivazione. Qualsiasi cosa si acquisti è funzionale solo a soddisfare un bisogno compulsivo;
  • Lo shopping compulsivo risponde a un bisogno che non può essere soddisfatto, per cui il mancato acquisto crea pesanti crisi di ansia e frustrazione;
  • Lo shopping compulsivo rappresenta un comportamento.

La maggior parte delle persone affette da dipendenza dagli acquisti presentano spesso, con esordio già nell’adolescenza, problematiche psicopatologiche di diversa entità e gravita, in particolare allo Shopping Compulsivo sono stati associati problematiche legate alla Depressione, al Disturbo Ossessivo-Compulsivo, al Disturbo del Controllo degli Impulsi e al Disturbo Alimentare (soprattutto Bulimia).